Discussione:
Non riesco non voglio cambiare.
(troppo vecchio per rispondere)
frollino
2010-02-22 16:38:44 UTC
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Ecco, sono depresso, da tempo ormai.
Non do esami all'università oramai da 2 anni, nascondo alla mia
ragazza la mia situazione che peraltro nascondo a tutti, non esco di
casa, non vedo amici, passo le giornate al computer, alla televisione,
quasi mi sono abituato a fare così a vivere seminascosto, anzi è
comodo perchè se esco mi tocca stamparmi un bel sorriso in faccia
essere gentile e cordiale, parlare del più e del meno quando invece ho
un nervoso addosso che vorrei urlare e picchiare sfogarmi, invece ho
l'aria ebete e sorridente.
Perchè mi sembra troppo dura cambiare: andare a lezione tutti i
giorni, vedere gente tutti i giorni, e che faccio poi? se esco devo
stamparmi in faccia il sorriso, sennò mi prendono per strano.
Non riordino camera mia da settimane, ormai cumuli di scatoloni alla
rinfusa, mi sono dato allo shopping di cianfrusaglie su internet ci
passo le giornate, in modo da non pensare. Mi sono accorto che seguo
ogni puttanata che trovo per non pensare, perchè se ci penso a come
sono messo la situazione mi sembra irrimediabile e vorrei farla
finita.
Perchè è così difficile ripartire, perchè devo essere così
condizionato dai tempi e dalle esigenze degli altri?
Scusate lo sfogo, ho voglia di parlarne.
Contrario
2010-02-24 02:06:41 UTC
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Post by frollino
Perchè è così difficile ripartire, perchè devo essere così
condizionato dai tempi e dalle esigenze degli altri?
Scusate lo sfogo, ho voglia di parlarne.
ciao...
la cosa che mi sorprende ogni volta che leggo nuove persone che sfogano la
loro frustrazione
in questo ng...è che ognuna di loro descrive perfettamente ciò che provo
anch'io
sembra essere all'interno di una catena di montaggio in cui i depressi
escono dalla fabbrica tutti uguali...
ognuno frustrato dalla società...rinchiuso in casa..(che io chiamo casa) in
una sicurezza apparente...
e anche questa volta mi ritrovo a dire....
"questa persona sembra aver osservato la mia vita"....

questa introduzione per dire soltanto una cosa....magari stupida...ma sempre
importante...

Si può migliorare da questo periodo nero

dalle tue parole sembra tu stia nel periodo più nero della depressione...
quello in cui la voglia di farla finita si fa sempre più persistente e
opprimente nella mente
2 anni mi sono sentito anch'io così...
ora sto meglio.... non vedo più quella voragine....la morte rarissime volte
"sfiora" la mia mente...
e riesco a scacciarla con molta facilità...

ognuno sceglie la sua strada....
c'è che sceglie la strada dura e più gratificante dell'autoguarigione senza
medicinali...
sostenuti dalla convinzione di essere più forti della malattia...

io ho scelto la strada dei medicinali ... prendo efexor da quasi 2 anni...

entrambe le strade si uniscono con sedute di psicanalisi.... che servono
come l'ossigeno...
secondo me...più ai "non malati" che a noi depressi...
ma noi siamo gli unici ad avere la sensibilità di "credere di averne
bisogno"

^__^

io dico sempre...
i veri malati sono loro....

ricordo sempre a me stesso un bellissimo articolo di una rivista
scientifica...
si parlava di evoluzione...e da uno studio ne è emerso che la depressione è
associata ad uno stato evolutivo dell'essere umano
hanno visto che il depresso in situazioni in cui è sotto stress (prendiamo
quella lavorativa)riesce a gestire il lavoro in maniera molto ma molto più
efficiente del "non depresso"...
questo è uno dei molti esempi ....

in un certo senso..il sapere di essere "un punto di transazione" ..mi fa
essere fiero
mi sento come un ponte fra 2 mondi..uno oramai invivibile e l'altro ricco di
speranza...
io soffro...ma so che senza di me la gente non potrebbe attraversare il
burrone che c'è sotto di me...
e continuo a tenere duro....

faccio parte dell'evoluzione...
facciamo parte dell'evoluzione...
siamo....l'evoluzione

Contrario
Contrario
2010-02-24 04:15:55 UTC
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ipse dixit
sembra di essere stati prodotti da una catena di montaggio in cui i
depressi escono dalla fabbrica tutti uguali...
ognuno frustrato dalla società si richiude automaticamente nella sua
tana..(che io chiamo casa) in una condizione di sicurezza apparente...
gig
2010-02-27 22:03:03 UTC
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Ho gia buttato 10 anni di "vita" in questo modo attenzione a non
fossilizarsi se no non se ne esce piu ....
Post by Contrario
ipse dixit
sembra di essere stati prodotti da una catena di montaggio in cui i
depressi escono dalla fabbrica tutti uguali...
ognuno frustrato dalla società si richiude automaticamente nella sua
tana..(che io chiamo casa) in una condizione di sicurezza apparente...
frollino
2010-03-01 01:57:11 UTC
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Post by gig
Ho gia buttato 10 anni di "vita" in questo modo attenzione a non
fossilizarsi se no non se ne esce piu ....
Tu come hai fatto a uscirne?
Io sono al limite, non vedo più modo di cambiare: dovrei dire a tutti
che non finirò l'università, perderò la ragazza, dovrei smettere di
fare quel poco di attività sociali che faccio.
Piuttosto che dire la verità preferirei raccontare di aver trovato
lavoro all'estero e partire, rimarrei cmq solo come un cane, e già
così è dura, figurarsi tutte le notti da solo, in una città dove non
conosco nessuno, con niente da fare: già adesso alcune sere pensando
al giorno dopo mi viene da piangere ma non ci riesco, non ho la forza
di ammettere che non ce la farò.
Mi piacerebbe fosse semplice iniziare per una settimana, poi un mese
poi fino alla fine e prendere la laurea, giornate scandite da una
tabella a cui io non devo pensare: semplicemente mi alzo e la faccio
finchè a sera non sono stanco e vado a letto e così via senza fermarmi
a pensare che mi deprime e mi annulla.
Tipo colazione, poi lezione all'università, poi passeggiata al parco,
pranzo, studio al pomeriggio, vado in piscina, cena, dopocena film con
la ragazza a cui non vorrei dover mentire e avere sempre il falso
sorriso e poi a letto dormire, e la mattina dopo ricominciare e
riuscire a dare gli esami e finire e dio santo stare un po' meglio e
sorridere un po' anche dentro e non solo fuori. In questi momenti
adesso, e ormai tante sere e tante mattine, mi vorrei veramente
spegnere, farla finita, non esserci più, perchè non vedo via d'uscita.
Mi piace cmq parlarne con voi, e sentire le vostre risposte.
gig
2010-03-01 13:47:16 UTC
Permalink
Io ci sono ancora dentro sto cercando di uscirne parlando con una psicologa
senza vergogna e qualche passo lo sto facendo .
Ti consiglio di non mollare le cose che fai e parlarne con la tua ragazza e
magari con una psicologa/o.
Non cè bisogno di raccontare a tutti che stai male e comunque la vita è dura
per tutti non pensare di essere il solo che soffre.
Non intterrompere nulla di cio che fai anche se fai fatica perche riprendere
dopo è ancora peggio.
buona fortuna.
Post by gig
Ho gia buttato 10 anni di "vita" in questo modo attenzione a non
fossilizarsi se no non se ne esce piu ....
Tu come hai fatto a uscirne?
Io sono al limite, non vedo più modo di cambiare: dovrei dire a tutti
che non finirò l'università, perderò la ragazza, dovrei smettere di
fare quel poco di attività sociali che faccio.
Piuttosto che dire la verità preferirei raccontare di aver trovato
lavoro all'estero e partire, rimarrei cmq solo come un cane, e già
così è dura, figurarsi tutte le notti da solo, in una città dove non
conosco nessuno, con niente da fare: già adesso alcune sere pensando
al giorno dopo mi viene da piangere ma non ci riesco, non ho la forza
di ammettere che non ce la farò.
Mi piacerebbe fosse semplice iniziare per una settimana, poi un mese
poi fino alla fine e prendere la laurea, giornate scandite da una
tabella a cui io non devo pensare: semplicemente mi alzo e la faccio
finchè a sera non sono stanco e vado a letto e così via senza fermarmi
a pensare che mi deprime e mi annulla.
Tipo colazione, poi lezione all'università, poi passeggiata al parco,
pranzo, studio al pomeriggio, vado in piscina, cena, dopocena film con
la ragazza a cui non vorrei dover mentire e avere sempre il falso
sorriso e poi a letto dormire, e la mattina dopo ricominciare e
riuscire a dare gli esami e finire e dio santo stare un po' meglio e
sorridere un po' anche dentro e non solo fuori. In questi momenti
adesso, e ormai tante sere e tante mattine, mi vorrei veramente
spegnere, farla finita, non esserci più, perchè non vedo via d'uscita.
Mi piace cmq parlarne con voi, e sentire le vostre risposte.
orpy
2010-03-17 21:11:57 UTC
Permalink
Post by gig
Io ci sono ancora dentro sto cercando di uscirne parlando con una
psicologa senza vergogna e qualche passo lo sto facendo .
io ci sono andato per anni e ogni seduta eran soldi e io non guarivo ... e
mi dava anche l'impressione che mi disprezzasse... oggi quando la vedo in
giro mi vergogno sempre... penso che le ho detto i fatti miei... e che lei è
un essere umano, come me... alla quale forse non gliene fregava niente ...
dello schifo che ero (che sono?) ... stava solo lavorando, doveva farlo.
Post by gig
Ti consiglio di non mollare le cose che fai e parlarne con la tua
ragazza e magari con una psicologa/o.
in effetti se molli tutto senza un progetto, dove vai? mollare per qualcosa
è un conto... ma mollare per lasciarsi andare ti porta solo al peggio; la
tua ragazza... da questo potresti comprendere meglio con chi stai, se te la
senti di parlarle davvero.
Post by gig
Non cè bisogno di raccontare a tutti che stai male e comunque la vita
è dura per tutti non pensare di essere il solo che soffre.
ah questa t'ha mai fatto stare meglio?
io a quelli che mi dicono così ... guarda.... Non a te, che stai male pure
te... ma a me che me ne importa del malcomunemezzogaudio? Se a me m'hanno
tagliato una gamba ma l'hanno tagliata anche a te... a me che mi cambia?
Ma te tagliassero pure l'altra se la mia ricresce, no?

Per dire che quando uno sta male davvero, il male degli altri non esiste.
se uno sta male in un certo modo non va a salvare i bambini in Africa...
Altrimenti tutti i bambini in Africa si aiuterebbero un casino tra loro;
invece chiedi a qualcuno di Amref tornato dagli slum se si danno pacche
sulla spalla o se si ammazzano tra loro per chi prende la buccia di banana
un po' meno putrida...
Post by gig
Non intterrompere nulla di cio che fai anche se fai fatica perche
riprendere dopo è ancora peggio.
questo è un ottimo consiglio, credo dettato da vera esperienza.
Lo voglio accogliere anche io e di questo si che ti ringrazio.
DDV
2010-03-04 09:52:04 UTC
Permalink
"frollino" <***@yahoo.it> ha scritto nel messaggio news:c02ddca5-2102-41fe-aac1-***@d27g2000yqf.googlegroups.com...

Hai titolato il post: non riesco non voglio cambiare.
Date le premesse come aiutarti?
***
Io sono al limite, non vedo più modo di cambiare: dovrei dire a tutti
che non finirò l'università, perderò la ragazza, dovrei smettere di
fare quel poco di attività sociali che faccio.
***
Perché no?
Credi veramente che i tuoi parenti e la tua ragazza siano così stupidi da
non accorgersi di cosa ti sta accadendo?
Credi che la tua ragazza stia con te solo perché sei universitario?
Se fosse veramente così, sarebbe un motivo valido per stare con lei?
***
Piuttosto che dire la verità preferirei raccontare di aver trovato
lavoro all'estero e partire, rimarrei cmq solo come un cane, e già
così è dura, figurarsi tutte le notti da solo, in una città dove non
conosco nessuno, con niente da fare: già adesso alcune sere pensando
al giorno dopo mi viene da piangere ma non ci riesco, non ho la forza
di ammettere che non ce la farò.
***
E' comprensibile, ma poco pratico.
Da quello che scrivi sei in stand-by da due anni.
Quanti anni ancora pensi di riuscire a rimandare, prima che i tuoi cari
s'insospettiscano?
Ribadisco il concetto precedente: li reputi così inetti da non rendersi
conto dei tuoi problemi?
Vabbe', che spesso i genitori hanno una fiducia incondizionata, ma quanto
tempo pensi di poter "menare il can per l'aia"?
Più rimandi, più difficile sarà.
***
Mi piacerebbe fosse semplice iniziare per una settimana, poi un mese
poi fino alla fine e prendere la laurea, giornate scandite da una
tabella a cui io non devo pensare: semplicemente mi alzo e la faccio
finchè a sera non sono stanco e vado a letto e così via senza fermarmi
a pensare che mi deprime e mi annulla.
Tipo colazione, poi lezione all'università, poi passeggiata al parco,
pranzo, studio al pomeriggio, vado in piscina, cena, dopocena film con
la ragazza a cui non vorrei dover mentire e avere sempre il falso
sorriso e poi a letto dormire, e la mattina dopo ricominciare e
riuscire a dare gli esami e finire e dio santo stare un po' meglio e
sorridere un po' anche dentro e non solo fuori.
***
Prima di entrare in crisi, ci riuscivi?
Ti piacerebbe, sai esattamente cosa dovresti fare e il tuo io lo rifiuta.
Andare col cuore in mano da una persona di fiducia che ti ama, dirglielo,
riconoscere la necessità di un aiuto serio, cercare uno psico-terapeuta,
svuotare il sacco e farsi dare una spinta è l'unica soluzione che vedo.
Nel frattempo hai già perso due anni e più si rimane indietro, più è
difficile recuperare.
Alludi alla fatica che fai a sorridere fuori.
Che necessità hai, di continuare a fare l'oca giuliva?
Non mi pare ci siano migliaia di iene ridens in giro, anzi, la maggior parte
della gente sembra inca°°ata e lo dimostra.
Perché tu ti obblighi ad andare in giro col sorriso, se hai la morte nel
cuore?
Boh.
Misteri della psiche.
***
In questi momenti
adesso, e ormai tante sere e tante mattine, mi vorrei veramente
spegnere, farla finita, non esserci più, perchè non vedo via d'uscita.
Mi piace cmq parlarne con voi, e sentire le vostre risposte.
***
Sei in fase depressiva acuta.
Per me, prima che diventi cronica, dovresti riconoscere il fatto che da solo
non ce la fai e farti aiutare da un professionista.
Io l'ho fatto e m'è servito.

DDV
orpy
2010-03-17 21:29:58 UTC
Permalink
Post by DDV
Nel frattempo hai già perso due anni e più si rimane indietro, più è
difficile recuperare.
Alludi alla fatica che fai a sorridere fuori.
Che necessità hai, di continuare a fare l'oca giuliva?
Ciao DDV, io non so quanti anni hai tu e in che ambiente vivi. Fino ad ora
io ho visto che peggio stai e peggio gli altri ti fanno stare, se glielo
mostri. Quei 5 minuti in più di gioia che puoi avere, se mostri di star male
davvero, te li tolgono, perché annoi, perché sei deprimente, perché gli
altri hanno i ca**i loro ... la gente non vede nemmeno un ottimo film "se è
triste", poco importa se si può crescere un po', capire qualcosa.
Se hai dai 15 ai 20 anni è obbligatorio. Rispondere "BENE" all'inutile
"ciaocomestai" è obbligatorio, perché alla gente non frega niente di come
stai davvero, soprattutto se stai male.
A tutti interessa io io io io io e più vai avanti e peggio è ... se non sei
un ambiente elitario (e non alludo al denaro, ma alle teste pensanti) la
gente è normale, non sono santi, non sono geni. La comprensione dell'altro,
mettersi nei suoi panni, la compassione e l'empatia sono lontane, inutili.

Da quando vai all'asilo a quando sei davanti alla macchinetta del caffé (se
sei così fortunato) quello che conta è la popolarità, come in un piccolo
palco in cui l'attore sa di dover leggere - e alla svelta - la risposta
sulla faccia del proprio pubblico. Che della realtà ha raramente bisogno e
tantomeno desiderio, perché ne ha già piene le tasche della sua, se è triste
e piena di problemi.

Gli amici esistono, sono ottimi, sono rari, sono da ricercare ma anche loro
hanno un certo grado di sopportazione e sarebbe ingiusto abusare della loro
benevolenza; se non si tratta di accumulo si tratta di frequenza, perché
anche loro, pur sentendo veramente i problemi tuoi, hanno i loro; più sono
empatici e peggio staranno; come guardare Report caomprendendo la portata
dello sfacelo che ci circonda... noi VOGLIAMO sapere la verità... ma se la
sentiamo fino in fondo ci sommerge come una valanga di fronte alla quale
siamo impotenti, piccolissimi ...
... e sinceramente molto pigri e pronti a cambiare canale.
Canale che la gente comune cambia subito quando scorge nei tuoi occhi la
tristezza.

Facci caso: non ti è mai capitato di essere particolarmente felice e vedere
che le ragazze ti guardavano con sguardo diverso? Non è che prima eri tu che
non le notavi... mettiti nei loro panni: vedi uno con lo scazzo... giri lo
sguardo... vedi uno ringalluzzito e sorridente... e il sorriso è contagioso.

Quindi la faccenda è un po' più complessa.
Post by DDV
Non mi pare ci siano migliaia di iene ridens in giro, anzi, la
maggior parte della gente sembra inca°°ata e lo dimostra.
Certo ed uno dei modi in cui lo dimostra maggiormente è farti sapere quanto
insignificante e lagnoso sia il tuo stato ... e come molti di noi sanno
bene, questo è il modo in cui la gente comune risponde alla depressione,
ovvero male e se ben ricordo qualsiasi professionista direbbe che non è la
via giusta, è dannosa, deleteria.
Post by DDV
Perché tu ti obblighi ad andare in giro col sorriso, se hai la morte
nel cuore?
Perché alla maggior parte degli altri di vedere la morte che cammina non gli
va, preferiscono che sia ben bene imbiancata e con un manifesto di un bel
figliolo o una bella figliola incollato sopra, possibilmente sorridente e
senza problemi, che "io c'ho già i miei". E per quanto tutti noi sappiamo
che 100 di questi non ne facciano manco mezzo di uno di quelli buoni, di
amici veri, di persone che vale la pena frequentare, molte delle persone che
frequentiamo non ce le scegliamo e il modo in cui esse reagiscono al nostro
umore non finisce in un'altra dimensione: ha delle conseguenze che domani
saranno di nuovo con noi.
Post by DDV
Boh.
Misteri della psiche.
curiosa cosa da dire a gente depressa, non trovi?
Post by DDV
Sei in fase depressiva acuta.
Per me, prima che diventi cronica, dovresti riconoscere il fatto che
da solo non ce la fai e farti aiutare da un professionista.
Io l'ho fatto e m'è servito.
Questo mi conforta.
A me non è servito, ma ci sono andato solo un paio di anni... ho visto che
qualcuno è ricorso ai farmaci... io l'ho sempre sentito come una ulteriore
tappa nel fallimento personale ma... ci sto ripensando. In fondo chi beve e
si droga fa lo stesso... ma va verso il peggio... forse con un aiuto vero
(anche chimico) si va verso il meglio.
DDV
2010-03-19 11:59:34 UTC
Permalink
"orpy" <***@urcaurca.tirulero> ha scritto nel messaggio news:4ba149ed$0$823$***@reader5.news.tin.it...
necessità hai, di continuare a fare l'oca giuliva?
Post by orpy
Ciao DDV, io non so quanti anni hai tu e in che ambiente vivi. Fino ad ora
io ho visto che peggio stai e peggio gli altri ti fanno stare, se glielo
mostri.
I prossimi sono 68 e ho capito anch'io che si può palesare il proprio
malessere a pochissime persone. Nel momento del bisogno capisci realmente
l'essenza degli amici. Una coppia + anziana di me, che frequento da molti
anni, si farebbe in quattro se avessi qualche problema fisico, ma di fronte
al mio disagio esistenziale, non solo non mi hanno capita, ma mi hanno
trattato come se fossi un ufo.
Specialmente gli anziani hanno delle remore insormontabili di fronte al
disagio psicologico, retaggio di una cultura in cui, risolto il problema
della sopravvivenza, tutti gli altri erano delle stupidaggini.
Post by orpy
Se hai dai 15 ai 20 anni è obbligatorio. Rispondere "BENE" all'inutile
"ciaocomestai" è obbligatorio, perché alla gente non frega niente di come
stai davvero, soprattutto se stai male.
Guarda che lo faccio anch'io, per non innescare il solito meccanismo. Non ce
ne frega niente del male degli altri, perché ognuno di noi è convinto di
soffrire di più.
A volte in strada mi capita di captare discorsi di persone anziane, che si
scambiano dettagliatamente informazioni sulla loro cartella clinica, facendo
a gara a chi ha più malattie; gli uomini soprattutto parlano dei loro
malanni fisici, di disagi esistenziali mai.
Post by orpy
A tutti interessa io io io io io e più vai avanti e peggio è ... se non
sei un ambiente elitario (e non alludo al denaro, ma alle teste pensanti)
la gente è normale, non sono santi, non sono geni. La comprensione
dell'altro, mettersi nei suoi panni, la compassione e l'empatia sono
lontane, inutili.
Non è soltanto quello.
Ricordati che non tutti vogliono essere compatiti; a volte ammettere di
avere bisogno di compassione ed empatia è considerata una modo di
manifestare la propria inferiorità, quasi gli altri volessero farti notare
di essere meno sfigati di te.
Come fa' un 15/20enne a palesare le sue carenze e debolezze, senza sentirsi
in qualche modo sminuito?
Post by orpy
Da quando vai all'asilo a quando sei davanti alla macchinetta del caffé
(se sei così fortunato) quello che conta è la popolarità, come in un
piccolo palco in cui l'attore sa di dover leggere - e alla svelta - la
risposta sulla faccia del proprio pubblico. Che della realtà ha raramente
bisogno e tantomeno desiderio, perché ne ha già piene le tasche della sua,
se è triste e piena di problemi.
Appunto, hai analizzato perfettamente la situazione.
Tutti recitiamo una parte ad uso e consumo degli altri.
Stupido vero?
Post by orpy
Gli amici esistono, sono ottimi, sono rari, sono da ricercare ma anche
loro hanno un certo grado di sopportazione e sarebbe ingiusto abusare
della loro benevolenza; se non si tratta di accumulo si tratta di
frequenza, perché anche loro, pur sentendo veramente i problemi tuoi,
hanno i loro; più sono empatici e peggio staranno; come guardare Report
caomprendendo la portata dello sfacelo che ci circonda... noi VOGLIAMO
sapere la verità... ma se la sentiamo fino in fondo ci sommerge come una
valanga di fronte alla quale siamo impotenti, piccolissimi ...
Non sai come hai colto nel segno.
Avevo una cara amica; abbiamo smesso di frequentarci, perché eravamo
talmente simili, che la nostra frequentazione ci danneggiava. Ognuno di noi
soffriva talmente per i problemi dell'altra, che invece di trovare reciproco
conforto, ci immergevamo nella melma sempre di più.
Post by orpy
Facci caso: non ti è mai capitato di essere particolarmente felice e
vedere che le ragazze ti guardavano con sguardo diverso? Non è che prima
eri tu che non le notavi... mettiti nei loro panni: vedi uno con lo
scazzo... giri lo sguardo... vedi uno ringalluzzito e sorridente... e il
sorriso è contagioso.
Non mi è mai capitato, perché sono una donna! comunque la cosa è
interscambiabile.
Sino a che punto si può fingere sempre, per avere un'immagine che non ci
corrisponde?
Post by orpy
Certo ed uno dei modi in cui lo dimostra maggiormente è farti sapere
quanto insignificante e lagnoso sia il tuo stato ... e come molti di noi
sanno bene, questo è il modo in cui la gente comune risponde alla
depressione, ovvero male e se ben ricordo qualsiasi professionista direbbe
che non è la via giusta, è dannosa, deleteria.
Chi non è depresso non può capire.
Chiunque arriva a comprendere un male fisico, perché lo ha provato sulla
propria pelle.
Come si fa' ad immaginarsi "il mal di vivere", se uno non ce l'ha e non
immagina neanche possa esistere?
Bisogna prenderne atto, senza accusare tutto il mondo di insensibilità.
Non ci arrivano per ignoranza (nel senso latino di ignorare-non sapere), non
è colpa loro.
Post by orpy
Perché alla maggior parte degli altri di vedere la morte che cammina non
gli va, preferiscono che sia ben bene imbiancata e con un manifesto di un
bel figliolo o una bella figliola incollato sopra, possibilmente
sorridente e senza problemi, che "io c'ho già i miei".
Ribadisco il concetto.
Ognuno di noi è convinto che i nostri problemi siano più gravi di quelli
degli altri.
E' umano.
Anche noi due siamo convinti della stessa cosa, no?

E per quanto tutti noi sappiamo
Post by orpy
che 100 di questi non ne facciano manco mezzo di uno di quelli buoni, di
amici veri, di persone che vale la pena frequentare, molte delle persone
che frequentiamo non ce le scegliamo e il modo in cui esse reagiscono al
nostro umore non finisce in un'altra dimensione: ha delle conseguenze che
domani saranno di nuovo con noi.
Consolati, che ad una certa età questi distinguo hanno molto meno valore e
non te ne può fregar di meno delle conseguenze di certi comportamentei.
E' uno dei pochi aspetti positivi della vecchiaia!
Post by orpy
Questo mi conforta.
A me non è servito, ma ci sono andato solo un paio di anni... ho visto che
qualcuno è ricorso ai farmaci... io l'ho sempre sentito come una ulteriore
tappa nel fallimento personale ma... ci sto ripensando. In fondo chi beve
e si droga fa lo stesso... ma va verso il peggio... forse con un aiuto
vero (anche chimico) si va verso il meglio.
Se è per questo, io ci sono andata per molto meno tempo, ma, come ho già
scritto qui, la mia psicologa ed io, ci siamo rese conte che senza un aiuto
farmacologico non ce l'avrei fatta. Stavo tanto male, che non ho neanche
preso in considerazione la tappa del fallimento personale. Ecchecca°°o, sto
affogando e voglio continuare a nuotare da sola, se mi serve un salva-gente?
Cosa ca°°o me ne frega del mio orgoglio, se mi sta crollando il mondo
addosso? Anche volendolo fermamente non potrei curare la pressione alta con
l'auto-convincimento, mi pare, o no?
Perché fai il paragone con chi beve o si droga?
Perché non ti paragoni con un diabetico, per esempio?
Se tu per il primo hai dei pregiudizi su te stesso, ti precludi alcune
possibilità di miglioramento e, bada bene, ho detto miglioramento, non
guarigione.

DDV
orpy
2010-03-19 19:40:09 UTC
Permalink
DDV wrote:
[...]

per ora ti dico solo grazie perché ho letto tutto ma non ho tempo di
rispondere ora ... ma grazie, mi fai pensare bene.
grazie
orpy
2010-03-17 21:04:13 UTC
Permalink
Ciao Frollino.
Hai mai provato a lavorare? Intendo per sei mesi, un anno, un paio di anni.
Attento, non è un insulto il mio, non è un voler sminuire la tua situazione.


La mia "esperienza" con la depressione (o quella che mi pare tale) risale a
tanti anni fa ... figurati, nemmeno facevo l'università, bensì il liceo.
Arrivavo a casa, mi stendevo sul letto in una posizione particolare che mi
procurava un po' di calore ... e dormivo, cancellando ogni cosa, talvolta
per poco, quel poco che bastava perché mia madre non potesse interrogarmi
sulla giornata se per caso entrava a dirmi di pranzare, talvolta per molte
ore, senza rendermene conto, accelerando la vita senza viverla, per arrivare
al giorno dopo e così via.
Di settimana in settimana "misuravo quanto male stavo" ... pensando cose
come "dai, questa volta non è brutta come l'altra, ho passato di peggio, so
che il fondo si può toccare e anche scavare ... ma questa non è come l'altra
dai... sto male ma mica come l'altra..." ... cose di questo tipo.
Ragionavo su argomenti macabri e nefasti ... camminavo con la morte a
fianco, fino a farci l'abitudine ... ma questa è un'altra storia, che ho
compreso meglio anni dopo.

Ma un'altra cosa l'ho imparata anni dopo: devi guadagnarti da vivere. In
qualsiasi modo, devi essere costretto a farlo, costringiti tu se non lo fa
la vita o i tuoi genitori.
Trovati nella situazione di mezzo paese, di dover pagare l'affitto, la
benzina il bollo e la rata della macchina per andare ad un lavoro che ti
permette di pagare la benzina il bollo e la rata della macchina con la quale
andare al lavoro per pagare la benzina ... eccetera, e ritorno, a casa, una
casa in affitto, magari con una persona alla quale tieni e che un po' si
appoggia su di te, come tu su di lei.

Ebbene in quel lavoro, quale che sia e salvo rari casi le cui oneste e
felici esperienze vorrei veder citati per esperienza diretta, tu troverai LO
SCHIFO, la miseria dell'umanità, la prevaricazione del forte sul debole, del
furbo sull'intelligente, dell'apparenza sulla competenza, dei meschinetti
sul giusto ...

Qualsiasi cosa farai, se non si tratta di una cosa davvero buona, sarà
normale, sarà parte del nostro paese, di cui forse non hai sentito
testimonianza perché quando hai una certa età la cosa annoia, si cambia
strada. Ma se sei costretto a lavorare vedrai lo studio e la possibilità di
acquisire vera abilità e competenza in qualcosa con occhi nuovi.
Molte persone non hanno più scelta, si deprimono per altro in sostanza ...
forse penserai vabbé, che me frega, io ho la mia, loro hanno la loro...
... ma se tu riuscissi ad autoinfliggerti l'obbligo del dovere, del *vero*
lavoro... ciò che ora ti causa fatica, forse un domani sarebbe oggetto di
desiderio, da conquistare con gioia, con impegno che oggi ti manca.

E un'altra cosa... il cazzeggio "per non pensare" può trasformarsi. Io
almeno ho una piccola regola ... cazzeggio in così tante materie che alla
fine ci faccio il girotondo... e in ognuna, certo dopo un po' di tempo,
qualcosa combino. Qualcosa imparo, smozzico, acquisisco, provo.

E spesso la vita vale qualcosa per questo, per qualcosa che costruisci un
pezzo alla volta anche se ogni volta cambi strada ... ma il mondo è tondo,
se cambi strada troppe volte torni dove sei già stato... e se quella volta
hai messo un mattoncino, magari la volta dopo ne metti un altro. Senza la
pressione di una scadenza o di un dovere, però, in questo caso.

Alcuni trovano più conforto nell'avere un obbiettivo a tempo, prefissato e
da rispettare... il loro "non pensare" è il lavoro stesso, che sia studio o
altra attività ...

Io però il lavoro lo consiglierei, nel tuo caso: se sarai obbligato a vivere
per un anno in modo da dover pagare l'affitto eccetera ... lo studio e ciò
che questo ti consente di fare cambieranno completamente luce.
Contrario
2010-03-18 03:49:19 UTC
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Post by orpy
Qualsiasi cosa farai, se non si tratta di una cosa davvero buona, sarà
normale, sarà parte del nostro paese, di cui forse non hai sentito
testimonianza perché quando hai una certa età la cosa annoia, si cambia
strada. Ma se sei costretto a lavorare vedrai lo studio e la possibilità
di acquisire vera abilità e competenza in qualcosa con occhi nuovi.
Molte persone non hanno più scelta, si deprimono per altro in sostanza ...
forse penserai vabbé, che me frega, io ho la mia, loro hanno la loro...
... ma se tu riuscissi ad autoinfliggerti l'obbligo del dovere, del *vero*
lavoro... ciò che ora ti causa fatica, forse un domani sarebbe oggetto di
desiderio, da conquistare con gioia, con impegno che oggi ti manca.
uno dei post più belli degli ultimi 6 mesi...
ti ringrazio....
orpy
2010-03-19 19:41:49 UTC
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Post by Contrario
Post by orpy
Qualsiasi cosa farai, se non si tratta di una cosa davvero buona,
sarà normale, sarà parte del nostro paese, di cui forse non hai
sentito testimonianza perché quando hai una certa età la cosa
annoia, si cambia strada. Ma se sei costretto a lavorare vedrai lo
studio e la possibilità di acquisire vera abilità e competenza in
qualcosa con occhi nuovi. Molte persone non hanno più scelta, si
deprimono per altro in
sostanza ... forse penserai vabbé, che me frega, io ho la mia, loro
hanno la loro... ... ma se tu riuscissi ad autoinfliggerti l'obbligo
del dovere, del *vero* lavoro... ciò che ora ti causa fatica, forse
un domani sarebbe oggetto di desiderio, da conquistare con gioia,
con impegno che oggi ti manca.
uno dei post più belli degli ultimi 6 mesi...
ti ringrazio....
ben felice di aver dato qualcosa di utile a qualcuno.
speriamo che anche "frollino" possa avere qualcosa di buono :-)
frollino
2010-03-20 23:13:24 UTC
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Post by orpy
Post by Contrario
uno dei post più belli degli ultimi 6 mesi...
ti ringrazio....
ben felice di aver dato qualcosa di utile a qualcuno.
speriamo che anche "frollino" possa avere qualcosa di buono :-)
Si, ne ho tratto molto di buono, un po' da tutti gli interventi, in
effetti in tante cose sono viziato.

Accettate un altro sfogo?
Quando ho conosciuto la mia ragazza, le ho fatto per un po' il filo,
in modo credo normale, casualmente mi facevo trovare sullo stesso
autobus, la accompagnavo lungo il tragitto, parlavamo eccetera, poi
una sera usciamo, bella serata, parliamo mi trovo bene, mi sembra che
lei si trovi bene, mi piace molto, la bacio, ci baciamo, lei
superagitata mi sembra senta moltissimo il bacio.
Ma di lì un anno di indecisioni, lei non mi dice che non le piaccio ma
non mi dice nemmeno che le piaccio; a me lei continua a piacere perciò
resisto. Ultimamente va un po' meglio, lei giustifica tutta la sua
titubanza con il fatto che ero il suo primo ragazzo eccetera eccetera,
che erano tutte situazioni nuove per lei. Ok, dico io.

Però parlando, viene fuori, che l'anno prima di vedermi, era triste
perchè non si frequentava più con un ragazzo, e quando ne parla si
vede che quasi sospira al solo pensiero, e mi dice che ci era rimasta
male, e ci era andata anche negli stessi posti dove aveva portato me,
per la nostra prima uscita, il nostro primo bacio. e io ci rimango
male, molto male.
Poi mi dice di un altro che come me le faceva il filo, le diceva che
l'amava che era bellissima, e l'aspettava alla fermata.
E si vede che quando ci pensa sospira, come a qualcosa che non tornerà
più, e in me non vede le stesse cose.

Mi sento uno sfigato, una ruota di scorta, del genere proprio perchè
sei l'ultima scelta sto con te, e mi fa male sentire che quando parla
degli altri li descrive ricordando dove l'hanno portata, quello che le
hanno detto o i gesti che hanno fatto, mentre di me credo non mi abbia
mai detto qualcosa del genere: "che bello quando mi hai portato là, o
quando mi hai detto quelle cose".
Discutendo le ho chiesto ma che cosa aveva quando non stava bene con
me, e lei mi ha risposto molto sinceramente, ma una cosa che a me è
suonata come una pugnalata: pensavo fosse diverso, pensavo di
innamorarmi...

Mi sento una specie di ultima scelta, mi dice che sono dolce, che sono
maschio, non mi ha mai detto ti amo, e i suoi "amore" mi suonano falsi
e sforzati. Sentirla parlare dei suoi ragazzi passati, è come se
rifesse a qualcosa che le manca, e che adesso non ha (e io?).
Ecco, vedo troppo nero?
occhei
2010-03-21 23:41:25 UTC
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Post by frollino
Post by orpy
Post by Contrario
uno dei post più belli degli ultimi 6 mesi...
ti ringrazio....
ben felice di aver dato qualcosa di utile a qualcuno.
speriamo che anche "frollino" possa avere qualcosa di buono :-)
Si, ne ho tratto molto di buono, un po' da tutti gli interventi, in
effetti in tante cose sono viziato.
Accettate un altro sfogo?
Quando ho conosciuto la mia ragazza, le ho fatto per un po' il filo,
in modo credo normale, casualmente mi facevo trovare sullo stesso
autobus, la accompagnavo lungo il tragitto, parlavamo eccetera, poi
una sera usciamo, bella serata, parliamo mi trovo bene, mi sembra che
lei si trovi bene, mi piace molto, la bacio, ci baciamo, lei
superagitata mi sembra senta moltissimo il bacio.
Ma di lì un anno di indecisioni, lei non mi dice che non le piaccio ma
non mi dice nemmeno che le piaccio; a me lei continua a piacere perciò
resisto. Ultimamente va un po' meglio, lei giustifica tutta la sua
titubanza con il fatto che ero il suo primo ragazzo eccetera eccetera,
che erano tutte situazioni nuove per lei. Ok, dico io.
Però parlando, viene fuori, che l'anno prima di vedermi, era triste
perchè non si frequentava più con un ragazzo, e quando ne parla si
vede che quasi sospira al solo pensiero, e mi dice che ci era rimasta
male, e ci era andata anche negli stessi posti dove aveva portato me,
per la nostra prima uscita, il nostro primo bacio. e io ci rimango
male, molto male.
Poi mi dice di un altro che come me le faceva il filo, le diceva che
l'amava che era bellissima, e l'aspettava alla fermata.
E si vede che quando ci pensa sospira, come a qualcosa che non tornerà
più, e in me non vede le stesse cose.
Mi sento uno sfigato, una ruota di scorta, del genere proprio perchè
sei l'ultima scelta sto con te, e mi fa male sentire che quando parla
degli altri li descrive ricordando dove l'hanno portata, quello che le
hanno detto o i gesti che hanno fatto, mentre di me credo non mi abbia
mai detto qualcosa del genere: "che bello quando mi hai portato là, o
quando mi hai detto quelle cose".
Discutendo le ho chiesto ma che cosa aveva quando non stava bene con
me, e lei mi ha risposto molto sinceramente, ma una cosa che a me è
suonata come una pugnalata: pensavo fosse diverso, pensavo di
innamorarmi...
Mi sento una specie di ultima scelta, mi dice che sono dolce, che sono
maschio, non mi ha mai detto ti amo, e i suoi "amore" mi suonano falsi
e sforzati. Sentirla parlare dei suoi ragazzi passati, è come se
rifesse a qualcosa che le manca, e che adesso non ha (e io?).
Ecco, vedo troppo nero?
forse lei interpreta la relazioni in modo più leggero, tu invece la
interpreti troppo seriamente, come l'amore della vita.

se lei ha meno di trent'anni potrebbe essere normale che abbia la
testa tra le nuvole e che cerchi ancora il principe azzurro.

cerca di conoscere altre donne, magari ne trovi una che abbia la tua
stessa sensibilità e le tue stesse aspirazioni. questo non vuol dire
che devi lasciarla. sii fedele, ma se trovi di meglio (relativamente
al tuo punto di vista, ovvio) lasciala.

se non sei sposato e già ti senti legato per l'eternità, forse stai
correndo un po' troppo.
frollino
2010-03-23 17:17:18 UTC
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Effettivamente fare qualcosa, qualcosa di impegnativo, da maggiore
interesse alle cose di tutti i giorni:
da un po' faccio volontariato, devo seguire dei corsi di preparazione,
ci sono scadenze date e anche test, e vedo che il tempo passa più in
fretta, non mi lascia il tempo di pensare, perchè il mio pensare
probabilmente è molto negativo, in quanto diventa un rimuginare sulle
stesse cose senza trarne qualcosa di pratico o di utile.
In pratica meno penso meglio sto, meno seghe mentali e più fare quello
che mi pare, però farlo non starci a pensare!
Può essere?
occhei
2010-03-23 23:33:36 UTC
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Post by frollino
Effettivamente fare qualcosa, qualcosa di impegnativo, da maggiore
da un po' faccio volontariato, devo seguire dei corsi di preparazione,
ci sono scadenze date e anche test, e vedo che il tempo passa più in
fretta, non mi lascia il tempo di pensare, perchè il mio pensare
probabilmente è molto negativo, in quanto diventa un rimuginare sulle
stesse cose senza trarne qualcosa di pratico o di utile.
In pratica meno penso meglio sto, meno seghe mentali e più fare quello
che mi pare, però farlo non starci a pensare!
Può essere?
a volte anch'io ho pensato che tenermi impegnato mi avrebbe fatto
passare meglio il tempo.

ma ora....

sto iniziando a pensare alle cose in modo diverso.

da una parte ci sono il divertimento, le distrazioni, gli impulsi
animali.

dall'altra parte ci sono i sogni, i progetti, i pensieri razionali.

il divertimento non rende felici, così come la distrazione.

quindi non invidio una vita di divertimenti. nella mia vita voglio
costruire qualcosa, che sia anche solo la saggezza.

alcuni impulsi vanno soddisfatti, altrimenti il livello di
frustrazione aumenta troppo e si rischia di uscire di testa (leggi:
infuriarsi). inoltre, a volte c'è bisogno di staccare un attimo la
spina, di distrarsi, di divertirsi.

a volte. però non bisogna distarsi a forza per soffocare il proprio io
pensante, la propria coscienza. a forza di non pensare si spreca il
proprio tempo, e quando ci si sveglierà potrà capitare di rendersi
conto di essere molto lontani dalla retta via. e allora poi ti devi
affrettare e non è detto che ce la fai.

cosa ci rende felici? forse realizzare il proprio destino ci può
rendere felici. per alcuni questo destino può essere il classico
idillio, la famigliola alla Mulino Bianco. altri possono avere altre
ispirazioni, altre missioni. il disegno ci può essere ignoto, ma
dobbiamo cercare di comprendere dove vogliamo arrivare, cosa vogliamo
fare.

ho trovato anche una pagina abbastanza ispiratrice:

http://en.wikipedia.org/wiki/Flow_(psychology)

guarda che bello il diagramma a destra.

forse riuscendo a migliorare il proprio autocontrollo (avere autostima
a sufficienza, obiettivi chiari, non avere rimorsi/rimpianti non
elaborati a sufficienza e altri conflitti irrisolti) e altre capacità
utili (ad esempio, la competenza nel proprio lavoro, la forma fisica
ecc...) si può iterare tra le tre aree flusso / controllo /
rilassamento evitando gli altri stati meno produttivi e meno
piacevoli.

poi bho, questo è il punto a cui è arrivata la mia ricerca, ma tra una
settimana potrei negare tutto! comunque non penso che sarai in grado
di spegnere il cervello, forse con gli anni la vecchiaia farà fuori un
po' di neuroni e un po' di ormoni, però non credo che ci si possa
lobotomizzare volontariamente, prima o poi la mente si ribellerà e
reclamerà il proprio spazio.

'notte

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